Care amiche e cari amici,
Andrea mi ha chiesto di scrivere un pensiero finale che concluda questa serata e idealmente questa settimana. Il pensiero è questo: Io sono felice. Felice nonostante il lungo viaggio da Roma che dovrò rifare domani, nonostante la fatica tutta autistica di stare quasi zitto ad ascoltare una persona che parla, nonostante le divergenze teologiche con i monaci, visto che io credo nella pastasciutta e loro nelle minestre.
Felice innanzitutto di aver fatto una vita normale, una esperienza con altri giovani. Per voi sarà normale, per me autistico questa è una grande conquista. Felice di avervi conosciuto, felice che molti di voi, tramite me, possano aver conosciuto il mondo dell’autismo. Felice che insieme abbiamo potuto sperimentare una bella e forte integrazione di una persona severamente handicappata, cioè di me. Felice di aver pregato tanto e di aver sentito Dio così vicino. Felice di aver dato un contributo con le mie riflessioni autistiche che a me sembrano così ovvie ma vedo invece che voi apprezzate così vivamente.
Cosa dire allora per concludere e ripartire domani con una idea nuova? Ecco la mia proposta: l’amore o è rivolto verso tutti o non è amore. Se il mio amore coinvolge tutta l’umanità meno una sola persona, non è amore, è cercare qualcosa che mi serve per il mio equilibrio psichico o esistenziale. Non sto amando, mi sto difendendo. Quindi da domani, io propongo, amiamo tutti quelli che incontriamo senza escludere nessuno, anche gli zingari, i barboni che puzzano, gli handicappati inquietanti e faticosi come me.
Ai milanisti, chiedo di amare gli interisti e viceversa.
Vorrei dire di più. Andate laddove l’umanità fa più schifo e, con le precauzioni del caso, lì amate e servite di più. Degli antipatici, fate la bilancia per misurare il vostro amore.
Io che tante volte sono stato considerato scemo, pazzo, da compatire, posso dirvi che non immaginate il sollievo che si prova a ricevere anche solo un piccolo gesto di accoglienza.
Vi auguro di trovare un tesoro dentro ogni emarginato che accoglierete.
Grazie per tutto l’amore che avete avuto per me. Mi ha convinto ancora di più che anch’io ho un ruolo da giocare in questo mondo. Il vostro amore ha allargato un po’ il mio futuro.
Spero che aver conosciuto me possa aver ampliato un po’ quello di ciascuno di voi.
Vi voglio bene.
Messaggio in chiusura, prima di ripartire per Roma.
Siamo arrivati qui come tanti chicchi di grano, secchi e ciascuno solo in se stesso. In cinque giorni ci siamo macinati insieme ed ora siamo un solo pane esistenziale. Impossibile non sentire l’unità e la gioia tra di noi. Abbiamo costruito un pezzo del paradiso che abiteremo per sempre. E’ ora di mollare gli ultimi ormeggi, le ultime remore. Navigare la vita solo per amare.
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