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“La crisi come opportunità” Comunità di Bose (BI)

Io penso che la crisi sia facilmente comprensibile in ingresso, come insieme di equilibri che si sono consolidati nel tempo perché efficaci ed un bel giorno smettono di funzionare. Ciò accade perché in questo mondo nulla è eterno e tutta la materia dell’universo soggiace all’immane forza del divenire che travolge qualsiasi cosa o realtà che cerchi di affermare il proprio essere. Ogni essere resiste per un po’ alla pressione del divenire e poi cede. Ciò è vero per la materia inanimata ma anche per il nostro corpo che oppone mille difese al divenire della materia che lo minaccia, ma dopo ottanta, cento anni al massimo cede e la materia di cui siamo fatti diventa altro. Questo per dire che nessun equilibrio della nostra vita è per sempre. La crisi non è una sciagura ma la dimensione più normale e naturale di un mondo che soggiace alla continua trasformazione.

Ma la cosa più difficile della crisi non è capire perché ci siamo entrati ma come uscirne, ossia come trovare un nuovo equilibrio efficace che ci accompagni per un po’ fino alla prossima crisi. Il problema è che conosciamo perfettamente l’equilibrio del passato che non funziona più ma non sappiamo in che direzione cercare quello futuro che ancora non c’è. La crisi è un passaggio al buio, si procede per tentativi. Se si sapesse con certezza in che direzione se ne esce, la crisi sarebbe in realtà già finita. La crisi è aver smarrito la strada.

Che fare allora? Se non possiamo avvalerci della conoscenza della via d’uscita prima d’averla trovata allora dobbiamo necessariamente aumentare di tanto i tentativi, fino a trovare quello giusto. Qui può essere utile pensare l’esperienza umana come una struttura ad albero. Io posso attraversare ogni istante della mia vita proseguendo sul singolo ramo su cui sono già oppure permettere che in quell’istante nasca una nuova gemma, così i rami da uno diventino due. Ogni istante della nostra vita può aprire nuove strade se io non mi chiudo nel mio egocentrismo ma mi apro ad amare, ossia a coinvolgermi in relazioni e situazioni nuove.

Per spiegarmi meglio, vi dico dei tanti nuovi rami aperti nella mia vita quale si è rivelato vincente professionalmente. Un giorno ho detto sì al mio parroco che voleva portarmi a conoscere Bose, a Bose ho conosciuto una persona ed ho accettato il suo invito a frequentare la sua residenza universitaria e lì ho conosciuto un’altra persona cui sono piaciuti i miei scritti e mi ha presentato un editore con cui ho pubblicato un libro. Potevo sapere prima che questa era la strada giusta? Ovviamente no. E cosa sarebbe successo se anche in un solo passaggio io avessi detto un cortese no?

Quindi, io suggerisco, amate tutti, lasciatevi coinvolgere da persone e situazioni. Non abbiate timore del lasciarvi portare su strade nuove, su tante strade nuove incontro all’ignoto. Solo dopo riconoscerete la strada efficace e giusta per voi. E voglio concludere questo mio discorso tutto laico con una considerazione di fede. Nessuno di voi è un ingombro in un mondo che sembra andare avanti ignorandolo. Se siete nati è perché Dio ha grandi progetti su ciascuno di voi ma lo Spirito soffia dove vuole e non sai da dove viene, quindi ogni istante bisogna intraprendere strade nuove, provare, cercare, sperimentare. E solo chi ama si lascia interpellare, coinvolgere e così non perde opportunità. Sarete incamminati verso la realizzazione agli occhi di Dio ed a seguire probabilmente anche al successo agli occhi degli uomini perché chi vede una lampada nascosta sotto il letto subito la porta sul lucernario dove farà luce a tutta la casa.

Pubblicato inFuturo

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