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Incontro con Semplicemente Genitori a Querceta (Viareggio – LU)

Qualche domanda da parte di genitori, alcune risposte si trovano nel libro, ma non tutti lo hanno letto e io le giro a te.



1) Cosa ha significato interiormente per Federico trovare finalmente un modo per poter comunicare con gli altri e poter descrivere ciò che prova?

Da piccolo, quando mi guardavo intorno, quasi tutto della realtà mi sembrava incomprensibile e di conseguenza non avevo alcuna strategia per gestire le situazioni che vivevo e per indirizzare la mia vita. Perciò mi isolavo perché era l’unica cosa che potessi fare. Vivevo una grande angoscia per la mia condizione così terribile e incomprensibile e una grande ansia per il mio essere totalmente in balia degli eventi e degli altri. La scrittura è stata la strada del mio riscatto.

2) Cosa può voler dire quando un ragazzo autistico grave e non verbale si dà schiaffi sulla fronte in situazioni di stress?

Le forme di auto aggressività come questa possono avere, secondo me, diverse chiavi di lettura. Il cervello autistico non è sempre governabile ed a volte fa emergere autonomamente delle pulsioni a cui l’autistico non può resistere, pulsioni a dire o fare qualcosa in continuo, senza fermarsi mai. A me a volte scatta di darmi dei pugni in testa o sul petto. Non credo ci siano motivi scatenanti esterni a me. E’ un impulso del mio cervello o almeno così a me sembra. Questi miei comportamenti si sono ridotti molto crescendo e sono ancora in riduzione.

Molto si può fare anche con i farmaci ma ciò che il farmaco mi ha dato in questo aspetto svanisce quando smette la somministrazione.

Altra causa è che l’ansia della persona autistica diventa incontenibile ed un piccolo dolore fisico auto provocato può essere l’unico modo per scacciarla per un po’.

3) Cosa hai provato quando hai trovato persone che rinunciavano ad aiutarti, a comunicare con te?

Ho capito che anche essere neurotipici come voi può voler dire essere portatore di handicap, come le paure ancestrali profonde proiettate sul diverso da sé, l’egocentrismo smisurato, il bisogno di tirare su steccati tra presunti sani e presunti malati.

4) Cosa credi che sarebbe successo se i tuoi genitori avessero rinunciato a lottare? Cosa avresti pensato?

Sarei rimasto per sempre prigioniero dell’incomprensibile, perso nel buco nero dell’incomunicabilità. Invece ogni giorno strappo all’autismo una piccola nuova autonomia. Non voglio diventare come voi ma essere un autistico integrato e felice, un handicappato di successo.

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