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Corso di Laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione Università di Siena – Sede di Arezzo. Incontro con gli studenti

Cosa posso fare per essere un insegnante migliore?

Per quanto riguarda me, io direi credere nel valore dell’alunno quando non si vede. Credere è generativo sempre. Il valore che si vede l’allievo lo ha già. Insegnante è chi crede nel valore che non si vede e così lo genera. Attenzione, tanto ne credi, tanto ne potrei realizzare, non di più. Insegnate è l’asceta del credere nel valore degli alunni.

Ti sei mai sentito ostacolato nel tuo scrivere?

Ostacolato mai. Io penso che nessuno possa essere ostacolato da altri ma solo da sè. Con i libri volevo spiegare il mio autismo nel vostro linguaggio così macchinoso.

Cosa vuol dire la mano di tuo babbo appoggiata sulla spalla?

Io ho una mente che non è sequenziale. La mia mente fa più cose contemporaneamente e questo mi aiuta a restare connesso. Il pugno di papà che mi spinge verso la tastiera è meravigliosamente una percezione parallela al mio pensiero. Vuoi provare?

Quali difficoltà hai incontrato nel tuo percorso scolastico e cosa ti ha aiutato a superarle?

La mia difficoltà è stata pensare l’autismo come una prigione. Invece è un percorso come la vita di tutti.

Come mai parli poco?

Parlare è difficile. I significati vanno messi nelle parole, nella sintassi, nel tono della voce, nelle espressioni del volto, però sto imparando e sono diversamente felice.

Come vedi noi normodotati?

Iperverbosi, troppo generatori di stimoli, a volte emotivamente un pò selvaggi, in balia a volte di paure profonde e quindi meno felici di quanto sarebbe possibile, ma anche eroici nell’amore verso di noi. Visto da qui, il vostro è un handicap inquietante.

Cosa rappresenta per te la felicità e cosa ti fa sentire più libero?

La felicità è rinunciare alla tirannia sulla propria vita e lasciarla correre libera dalle catene delle proprie aspettative. Direi anche coltivare silenzio e fermare il flusso dei pensieri. Più il tuo cuore scende dentro la tua interiorità più il tuo io si unifica e risana. Io perseguo il nulla di me. È meraviglioso.

Quanto è importante per te la fiducia? 

Molto, non posso costruire ciò in cui non credo.

Cosa ti piace fare nel tempo libero quando non scrivi?

Mi piace coltivare il mio silenzio come un orto. Mi piace anche suonare le percussioni e camminare nei boschi. Mi piace mangiare la carne di cinghiale.

Quando conosci una persona nuova, Cosa ti aspetti da lei?

Non mi aspetto mai nulla. È molto pericoloso. Se invece ti alleni a non avere aspettative fai gli altri liberi e ciasucno ti stupirà. Il destino dell’essere umano credo sia lo stupore ma non c’è tanto da costruire ma tanto da demolire dentro di sè per arrivarci.

Qualcuno ti ha mai bullizzato?

Mai successo. Ho la fortuna di essere un po’ inquietante.

Noi autistici non siamo stupidi ma diversamente intelligenti.

Hai progetti per il futuro?

No, progetti nessuno. Sono pericolosi per la loro componente di aspettativa. Sono stato rapito da una visione che mi ha fatto dimenticare di me. È un mondo futuro del tutti diversi, ciascuno unico, nessuno escluso. Non è meraviglioso? La bellezza di questo sogno non è sostenibile.

Qual’è il rapporto con la fede? 

Penso che Dio crede in me. Io sono attratto dalla sua fede nell’uomo.

Hai mai avuto un educatore? Cosa provi nei suoi confronti?

Ho avuto tanti educatori luminosi che hanno creduto in me contro ogni evidenza ed hanno combattuto nel fango della mia trincea una guerra avara di soddisfazione. Se tutto il mondo li dimenticasse io non li dimenticherò mai.

Cosa vorresti dire al tuo babbo?

Che sono tanti anni che mi aiuta ed ho paura di quando staccherà la prima fattura.

Molto vorrei dirvi che la normalità non esiste. È solo la proiezione di paure profonde.

Pubblicato inScuole e Università

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