CORSO PER L’ABILITAZIONE AL SOSTEGNO
(Domanda sull’esperienza più bella e quella più brutta nel suo percorso scolastico da persona autistica)
Più bello lo sforzo di tutti per non perdermi.
Più brutto il fiero orgoglio di chi non tollera diversità.
Cosa ti piace fare nella vita?
Stare in silenzio.
Camminare nei boschi e suonare percussioni.
Come pensi si possa fare ad essere felice?
Essenzialità radicale di vita fino al limite incomprimibile della dimensione biologica.
Come comunichi con gli altri autistici? Vi dite qualcosa? Vi trovate d’accordo?
Non ne ho bisogno. Quando ci troviamo tra autistici noi arrediamo il silenzio verbale di comunicazione non verbale. Essere d’accordo mi è estraneo.
Come fai ad esprimerti così bene e con concetti così profondi? Che scuola hai fatto?
Liceo scientifico. Ma il segreto è parlare meno e ascoltare e pensare di più.
Di cosa ha bisogno la scuola per essere valida per voi autistici?
L’accettazione della nostra diversità. Non scuola per tutti ma scuola per ciascuno.
Mi piacerebbe molto.
E come deve essere il docente di sostegno?
Il docente di sostegno deve credere nelle capacità dell’alunno che ancora non si vedono. È fede incrollabile nell’umanità dell’alunno. È lavoro da eroi.
Ti piace viaggiare?
Viaggiare mi piace moltissimo ma nessun luogo fuori di me supera il luogo dentro di me.
Cosa ti manca per essere felice?
Nulla. Si nasce tutti felici ma la felicità è fragile e va difesa. Questa difesa si chiama essenzialità, ossia desiderare tanto e pretendere nulla. Aspettative zero. Sogni zero. Vita come missione. Non pretendere che il mondo faccia qualcosa per me ma chiedermi cosa io posso fare per il mondo.
Hai Fede in Dio?
Dio ha fede in me. Dio ha ancora fede negli esseri umani dopo millenni di disastri. Io vorrei riflettere come uno specchio questa fede inesauribile in me.
Ti fa paura la solitudine?
La solitudine è stare con persone che non ti capiscono. Mi capita di rado. Stare soli invece è pace, è tornare a casa.
Perché nei tuoi libri illustri l’autismo? Non potevano farlo i medici?
I medici non è che sempre ci capiscono. Io mi osservo e rifletto.
Hai una fidanzata?
No. Ma ho una ragazza autistica dei miei sogni. È alta e magra. Ha i capelli neri e lunghi. Come stereotipia si abbraccia, guarda nel vuoto e si dondola. Non è incantevole?
C’è qualcosa di noi non autistici che ti dà fastidio?
La pietà. Pietà di cosa? Io sono felice di essere autistico. Trovo sia meraviglioso.
Qual è secondo te il principale errore dell’insegnante?
Considerare se stesso una regola per gli altri. Il tuo compito è dare occasione di riflettere. Poi ciascuno è libero.
Se potessi tornare indietro nel tempo, cosa diresti a Federico bambino?
Divertiti.
Come hai imparato ad usare così bene il linguaggio?
Noi autistici a scuola siamo fintamente distratti. In realtà siamo molto ricettivi e attenti e poi ricordiamo tutto. L’italiano per me è una lingua straniera. La mia lingua madre è il pensiero pre verbale.
(Si termina con l’invio a Federico e comunicare lui qualcosa prima di chiudere)
Vi propongo di costruire insieme un mondo nuovo. Tutti diversi, ciascuno unico, nessuno escluso. Ci state?
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