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Presso l’Associazione Culturale ARRICREA di Roma

il 19 Aprile 2024

(Silenzio iniziale)

Ciao. Come siete silenziosi!

(Gli si chiede se si sente a disagio)

No. Sto bene. Io sto sempre bene.

(Domanda su come aiutare un bambino autistico quando si è insegnante)

Credere nelle sue capacità che tu non vedi. Ci vuole fede nell’umano.

(Nessuno fa domande)

Siete timidi?

(Domanda sul se ha in programma altri libri)

No. Per ora faccio il giornalista.

(Domanda in merito alla sua rubrica su Repubblica)

È un diario di una persona autistica.

Parlo di ciò che vivo.

(Domanda su cosa gli piace di più fare)

Coltivare il silenzio. L’io riunifica e risana. Parlando troppo l’io si frammenta e si disperde in ciò che dici. Coltivare il silenzio è tornare a casa.

(Domanda sul perché il silenzio è così importante)

Perché è la dimensione fondativa dell’io.

(Richiesta di un suggerimento per comunicare con un bambino autistico non verbale)

Di guardarlo in silenzio. Osserva. Allena la comunicazione non verbale. Devi diventare autistica con lui autistico. Questo apre la porta socchiusa che c’è tra di voi.

La disabilità è negli occhi di chi ci guarda. La realtà ha solo diversità, alcune limitanti. Non rendete una persona disabile pensando che lo sia. Io sono felice di essere autistico ed ho dei limiti. Voi non avete limiti? Siamo tutti solo persone. Io divento disabile quando qualcuno mi pensa tale. E divento triste per quella persona lì.

(Domanda su cosa gli piace fare nel tempo libero)

Mi piace suonare percussioni e mangiare il cinghiale.

(Domanda su se è contento del suo successo)

Si ma non ne ho bisogno. Io vivo basico. Io respiro, dormo, mangio ed è una vita meravigliosa. Non pretendo nulla mai perché tutto ciò che serve per essere felici è già disponibile. Sogni zero. Obiettivi zero. Orgoglio zero. Considerazione di sé zero. Tutte queste cose sono l’inferno. Io sono il nulla ed ho una grande missione di dono che è spiegare l’autismo.

Essere dono al mondo e basta è pace, libertà e gioia.

Provare per credere.

(Considerazione sul fatto che è molto fortunato a vivere così)

Ci ho pensato tanto. Ma non è fortuna. Tutti potete farlo.

(Domanda sul perché una determinata persona è escludente con gli autistici)

Perché ha paura.

(Domanda sul se, secondo lui, il mondo migliorerà sui temi dell’inclusione)

Sicuramente sì. Siamo in una preistoria ancora emotivamente molto selvaggia ma siamo in cammino. Il processo storico è avviato. Un giorno saremo tutti solo persone.

(Domanda sul se ci sono altri autistici come lui che cercano di dire delle cose)

Si, esistono ma nessuno li ascolta. Tutti pensano che siano persone rotte da aggiustare.

(Domanda sul se è felice di questi incontri)

Si. Ma ancora di più perché respiro. Attenzione a non uscire dalla essenzialità di vita radicale, altrimenti siete perduti. Fuori trovate solo fantasmi della mente.

(Domanda su se in quell’incontro lui si sente a suo agio)

Si. Io sono a mio agio sempre, perché non dovrei?

(Richiesta di un commento su suo padre)

Questo alunno mi dà delle soddisfazioni.

(Domanda sul se ha una fidanzata)

No. Ma mi piacerebbe incontrare una bella autistica zitta.

(Domanda su cosa è per lui l’amicizia)

Il silenzio sacro e assoluto del medesimo sentire.

(Domanda su cosa è per lui l’amore)

Il dono totale di sé fino alla morte.

(Domanda sulle materie che più amava a scuola)

Latino e chimica.

(Domanda su se in questi incontri riceve a volte domande difficili)

No. I neurotipici fanno sempre domande semplici.

(Domanda sul perché per noi è così difficile essere essenziali come lui)

È perché parlate. È un limite gravoso.

(Riceve dei complimenti)

E poi sono anche molto magro.

(Saluto finale)

Grazie a voi. Sono stato felice del tempo insieme.

Pubblicato inDiversità

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