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I.C. “Pirandello” di Fonte nuova (RM) – Incontro con insegnanti e genitori

14 marzo 2025

D. Come gli insegnanti possono capire se il loro operato con i ragazzi con autismo è efficace?

È difficile. Dovete capirlo voi. Diventate autistici. È meraviglioso.

D. Qual è stata per te l’emozione più significativa che hai provato?

La gioia per il silenzio.

D. Come possiamo noi neurotipici capire un autistico?

Cercando di comprendere che non è una malattia ma una declinazione dell’umano.

D. Come hai vissuto il periodo scolastico?

Bene. Mi hanno molto amato. La vostra sfida credo sia da scuola per tutti a scuola per ciascuno.

D. Durante il tuo periodo scolastico, hai qualche esperienza significativa con i tuoi compagni?

Ermanno disse che io ero uno di loro. Così è stato sempre.

D. Ti piace la musica? E se sì, di quale genere?

Si. Mi piace suonare percussioni su musica cubana. Poi boogie woogie, bluegrass e blues delle origini.

D. Qual è stato l’errore principale che i docenti hanno fatto con te?

Pensarmi rotto. La pietà quando io sto benissimo.

D. Puoi esplicitare le tue sensazioni rispetto al tatto?

Il padre Oreste legge il recente articolo di Federico presente nella sua rubrica di Repubblica scritto sull’argomento:

https://www.repubblica.it/salute/2025/03/12/news/diario_ragazzo_autistico_il_tatto-424048870

D. Hai un sogno che ci vuoi raccontare?

Sogni no. Sono molto pericolosi. Ho una missione che è aiutare autistici e non autistici a capirsi.

Flavio e Marco volete dire qualcosa?

Intervengono due ragazzi che hanno conosciuto Federico nell’ambito di un campo estivo, e che sono attualmente tra i suoi amici/operatori.

Che amici! Grazie ragazzi.

D. Hai mantenuto dei contatti con i tuoi ex compagni di classe?

Si. Vengono a casa a fare l’albero di Natale.

D. Quando riconosci i tuoi limiti e le tue difficoltà, come riesci ad esprimerle ed in che modo?

Il limite è mio amico. Allena l’accettazione.

D. Hai mai pensato di arrenderti?

A cosa? Io mi arrenderei volentieri ma non so a cosa.

D. La tua capacità di scrittura è evidente. Come l’hai sviluppata e con quali mezzi?

I talenti sono solo un punto di partenza. Senza la perseveranza sono zero.

D. Cosa ti aspetti dal tuo futuro?

Nulla. Io non mi aspetto nulla. Spero nella pizza per cena. Sarei felice. Ho due passioni che si chiamano qui e ora. Ho successo ma il successo è noioso. Vuoi mettere lo spezzatino di cinghiale?

D. Mentre sogni utilizzi una verbalizzazione?

Io sogno pre verbale. È la mia lingua madre.

D. Puoi raccontarci la tua giornata tipo?

Dormo con piacere. Mi alzo per vivere il silenzio. Poi faccio tante cose belle con Flavio e Marco e lavoro con papà. Sono felice perché respiro.

D. Ti piacciono gli animali? Hai animali domestici?

No. Come animali amo quelli liberi nel bosco.

D. Come vivi e cosa pensi durante i tuoi silenzi?

Nessun pensiero. Quello non è silenzio. Il silenzio è emozioni zero, pensieri zero. Dalle orecchie il silenzio invade la mente e il cuore. È Federico a zero. Sublime.

D. Se tu entrassi in una classe pensi che riusciresti ad insegnare a docenti ed alunni la tua lingua preverbale?

Penso di sì ma mi servono menti e cuori aperti.

D. Che messaggio manderesti ad una platea di adolescenti?

Li incontro spesso. Direi facciamo un mondo nuovo. Tutti diversi, ciascuno unico, nessuno escluso.

D. Come fai a decodificare il tuo linguaggio in ciò che scrivi, per farti comprendere dai neurotipici?

Ho fatto un lungo cammino per dirvi che nell’autismo da cui arrivo c’è vita e tanta. Credeteci anche per chi non scrive.

D. Grazie Federico, per avere condiviso con noi la tua esperienza. Hai qualcosa che vuoi dirci?

Vi affido i miei piccoli fratelli autistici. Hanno bisogno di aiuto. Non li abbandonate.

Lettura del testo delle riflessioni sui docenti nell’ambito di un corso di formazione TFA a Siena: https://derosafederico.it/2019/06/15/corso-di-specializzazione-per-il-sostegno-universita-di-siena-sede-di-arezzo/

D. Come hai vissuto il cambiamento dal vivere con la famiglia ad andare a vivere da solo?

All’inizio ero confuso e agitato. Ma soffrire è fondamentale. Oltre c’è più vita.

D. Cosa diresti ad un bambino autistico?

Divertiti. Impara presto. Noi autistici abbiamo una missione luminosa. Fare il mondo più lento, meno caotico, più silenzioso, semplice, basico, felice. I non autistici hanno bisogno di noi. Cresci presto.

D. Puoi dirci qualcosa rispetto ai tuoi rapporti affettivi?

Io mi sento affettivo verso tutti. Non ho una fidanzata. Ne cerco una zitta come me.

D. Come ti relazioni con i ragazzi autistici con cui vivi?

Stiamo zitti. Che pace. Comunichiamo nel silenzio.

D. Quali libri hai scritto e quali ci consiglieresti per iniziare?

Sono tre e sono su Amazon. La scelta dipende. Lascio la parola al mio giovane assistente.

D. Come può la scuola aiutare il personale scolastico a lavorare meglio con le persone autistiche?

Facciamo un incontro su questo tema.

Il Dirigente Scolastico si impegna ad organizzare ulteriori incontri tematici e attività di consulenza con Federico De Rosa, ironizzando sul budget necessario. Il padre Oreste puntualizza che tutte le loro attività si svolgono a titolo assolutamente gratuito. Federico commenta sul padre Oreste che non aveva colto l’ironia “È anziano…”

Pubblicato inScuole e Università

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